giovedì 31 maggio 2012

I protagonisti del castello del medioevo

                                                             Bernart de Ventador   1130-1140

Bernart che un tempo godette di grande credito è quella composta da Ugo o Uc de Saint Circ, trovatore della prima metà del XIII sec. che dichiarava di avere attinto a fonti degne di fede. Solo in seguito gli studiosi hanno dimostrato che era fondata su elementi immaginari. A questa biografia credeva anche il Carducci che divideva la vita di Bernart in tre fasi: la fase felice di amore per una viscontessa (interrotta dalla scoperta del visconte), l'amore per Eleonora d'Aquitania, un terzo periodo tolosano alla corte di Raimondo IV dove ebbe nuovi amori.
Era probabilmente – sempre secondo quanto riferisce Uc de Saint Circ – il figlio di un fornaio e uomo d'arme nel palazzo (Château de Ventadour) dei duchi di Ventadorn nel dipartimento francese del Corrèze, anche se alcuni lo identificano con il Bernard abate di Tulle, suo contemporaneo, membro della dinastia dei duchi di Ventadorn (la confusione è data anche dalla frequenza con cui il nome Bernard veniva assegnato soprattutto all'interno della famiglia governante).


Una lettura più sottile delle sue vidas e della Satira di Peire d'Alvernhe che le ha ispirate, lascia trasparire che egli non fosse di origini così modeste, ma forse il bastardo del grande signore Ebolo II di Ventadorn o addirittura dello stesso Guglielmo IX d'Aquitania. William Padden lo assimila a un certo Bernard, membro della casata dei Ventadorn, che morì come abbate di Saint-Martin de Tulle. Qualunque siano le sue origini, sembra (secondo i riferimenti attinti dalla sua poesia Lo temps vai e ven e vire) che egli a un certo punto fosse diventato discepolo del suo signore, il visconte Ebolo II Lo Cantador che lo istruisce nell'arte della composizione lirica cosiddetta del trobar. Avrebbe composto le sue prime canzoni per una certa Margherita di Turenna, la donna del figlio di tale signore, cosa questa che gli valse l'espulsione da Ventadorn.
Come si evince soprattutto dai testi delle sue composizioni, Bernart lo si trova a Montluçon e Tolosa, e infine in Inghilterra al seguito della corte di Eleonora d'Aquitania, divenuta sposa del re Enrico II Plantageneto[1]. In seguito passa al servizio di Raimondo V di Tolosa per terminare, secondo quanto si legge nella sua vida, il resto della sua vita nell'abbazia di Dalon.

I trovatori e trovieri

 I TROVATORI E I TROVIERI SONO POETI-MUSICISTI
Poco dopo il mille, la
IL TEMA PREDILETTO DA TROVATORI E TROVIERI E' L'AMORE Gli argomenti trattati dai trovatori e dai trovieri erano naturalmente vari, ma soprattutto essi cantavano l'amore; un amore che aveva sempre i connotati della passione ideale, sublime, esclusiva, nei confronti di una donna che possedeva tutte le virtù e arrivava perciò a rendere più buono, più valoroso, più serio l'uomo che l'amava.
musica profana, incominciò ad arricchirsi, soprattutto in Francia, per merito di poeti musicisti. Questi artisti erano nobili, feudatari, cavalieri e anche dame, comunque sempre personaggi della corte che non facevano i musicista di mestiere, ma si dilettavano a comporre canzoni da cantare durante qualche festa. A seconda della zona in cui vivevano, essi erano detti trovatori o trovieri: i primi erano attivi nel Sud della Francia, i secondi nel Nord; i primi usavano la lingua provenzale detta lingua d'oc, i secondi la lingua d'oil che diventerà poi Francese moderno.

Castello di Menestrello

                                                           Menestrelli

Il menestrello (dal provenzale menestrals, "servo di casa") era, in età feudale, l'artista di corte incaricato all'intrattenimento del castello. Svolgeva mansioni di musicista, cantastorie, poeta o giullare.
Fu una figura presente principalmente nella Francia e nell'Inghilterra medievale.
Era spesso ingaggiato per singoli spettacoli, in occasione di ricorrenze particolari ed eseguiva perlopiù brani già composti probabilmente da un trovatore.Come il bardo per le popolazioni celtiche, il menestrello poteva essere un cantore di gesta eroiche compiute dal proprio signore. In alcuni casi, si trattava di un semplice buffone con abilità di giocoleria e aveva il solo scopo di divertire il pubblico.
I menestrelli più abili erano in grado di comporre delle tenzoni di livello paragonabile alla poesia trobadorica.
Anche i comuni usavano assumere i menestrelli affinché cantassero la bellezza della città.




In altra epoca e luogo, dal 1840 circa, fino ai primi del XX secolo, lo spettacolo leggero americano fu dominato dai cosiddetti minstrel shows, spettacoli di menestrelli: spettacoli teatrali improvvisati su un canovaccio, e spesso accompagnati dalla musica. Con l'andare del tempo queste esibizioni, che non erano stabili ma erano spettacoli di strada, presero ad assumere delle caratteristiche standard, che fissavano l'abbigliamento del menestrello, ed i ruoli, caratterizzati, che egli interpretava. Tuttavia la chiesa non aveva un atteggiamento positivo nei loro confronti, e quindi, li condannava; inoltre, siccome i loro componimenti non venivano scritti, ma si tramandavano solo oralmente, a noi oggi non è pervenuto nulla. Si trovavano nel epica cavalleresca. Il menestrello era anche uno strumento sociale di grande valore. Infatti manteneva gli uomini a contatto con costumi ed ambienti diversi.

Il castello del medioevo

                                                               Il castello

Il castello è un complesso composto di uno o più edifici fortificati, tipico del Medioevo, costruito per ospitare una guarnigione di soldati, con il loro comandante (il castellano) e i suoi familiari. Esso sorge solitamente in un luogo strategico, in posizione elevata e facilmente difendibile.


Il nome odierno deriva da castellum, a sua volta da castrum, insediamento militare. Fu infatti un accampamento organizzato con diverse strutture di difesa. L'arrivo dei Barbari comportò uno studio da parte degli ingegneri romani di nuove fortificazioni, come le Mura Aureliane. Tuttavia è con la caduta dell'Impero e il conseguente annullamento del potere centrale che si cominciò a sviluppare l'idea di un edificio fortificato adatto a difendere un territorio. Molti castelli in principio erano solo delle torri di guardia isolate, solitamente di legno, adatte a proteggere appezzamenti di terreno e a controllare passaggi obbligati.

I protagonisti del canto gregoriano

                                                                        Guido d'Arezzo

Guido D'Arezzo è considerato il principale trattatista e didatta del Medioevo. Egli nacque in un villaggio vicino a Pomposa (Ferrara) nel 995. Si fece monaco nel monastero di Pomposa ma poi, in seguito a contrasti con alcuni confratelli, si trasferì ad Arezzo dove fondò una scuola di canto. Il suo metodo di insegnamento e le sue innovazioni in campo musicale si diffusero molto. Egli godeva anche della stima di papa Giovanni XIX. Guido D'Arezzo morì in un convento dei Camaldolesi nel 1050. Tra le sue opere ricordiamo: Micrologus de Musica, Prologus in Antiphonarium, Regulae rhytmicae, Epistola ad Michaelem.





-L'ESACORDO E IL NOME DELLE NOTE: Guido D'Arezzo sviluppò un metodo chiamato solmisazione per facilitare ai cantori l'apprendimento delle melodie scritte sul rigo. Questo metodo si basa sull'esacordo che è la successione di sei suoni in cui il semitono è collocato in posizione centrale. Egli lo derivò dalle note delle sillabe iniziali di ognuno dei sei emistichi che compongono la prima strofa dell'Inno di San Giovanni, il protettore dei cantori. Unendo queste sillabe con le relative note si ha l'esacordo (ut,re,mi,fa,sol,la).
Il “si” nacque dall'avvicinamento delle due lettere iniziali di Sancte Johannes, il verso adonio che conclude la prima strofa dell'Inno di San Giovanni. Fu Ludovico Zacconi a proporre l'adozione del “si”.

mercoledì 30 maggio 2012

Il canto gregoriano

                                                            Canto gregoriano


Il canto gregoriano è un genere musicale vocalemonodico eliturgico.
Venne elaborato in Occidente a partire dall'VIII secolodall'incontro del canto romano antico con il canto gallicano nel contesto della rinascita carolingia. È cantato ancora oggi, non solo in ambito liturgico, e viene riconosciuto dalla Chiesa cattolica come "canto proprio della liturgia romana.

Caratteristiche
Il canto gregoriano è un canto liturgico, solitamente interpretato da un coro o da un solista chiamato cantore (cantor) o spesso dallo stesso celebrante con la partecipazione di tutta l'assemblea liturgica.È finalizzato a sostenere il testo liturgico in latino.Deve essere cantato a cappella, cioè senza accompagnamentostrumentale, poiché ogni armonizzazione, anche se discreta, altera la struttura di questa musica.In effetti, si tratta di un canto monodico, è una musica cioè che esclude la simultaneità sonora di note diverse: ogni voce che lo esegue canta all'unisono.

L'abbazia del medievo

                                                                  Abbazia


L'abbazia, è un particolare tipo di monastero, che per il diritto canonico è un ente autonomo.
Il nome deriva dal tardo latino abbatīa, appunto abate, termine che inizialmente si riferiva solo alla persona che reggeva l'edificio, per poi assumere il significato più esteso del complesso dei beni che erano a disposizione di tale carica religiosa. Infatti molto spesso per abbazia in toponomastia si intende non soltanto l'edificio in sèquanto anche l'insediamento che si sviluppava intorno ad esso.    

mercoledì 23 maggio 2012